ITALIANI MA NON TROPPO?
LO STATO DELL’ARTE DELLA RICERCA
SUI FIGLI DEGLI IMMIGRATI IN ITALIA
Maurizio Ambrosini e Sonia Pozzi
(…dall’introduzione)
Il tema delle seconde generazioni – cioè i figli degli immigrati – può sembrare un ambito di interesse recente per la società e per le scienze sociali. Tuttavia, all’interno delle cosiddette seconde generazioni, anche in Italia, troviamo oramai persone che raggiungono i 40 anni, quindi non più bambini o giovani, ma adulti, dai quali da qualche anno sta nascendo anche la terza generazione dell’immigrazione.
Nonostante il fenomeno sia quindi già presente nel nostro Paese da parecchi decenni, rimane comunque un tema caldo e centrale sul quale a partire dagli anni duemila si è concentrato l’interesse delle scienze sociali. L’interesse si giustifica per il fatto che l’insieme di giovani di seconda generazione sta diventando negli anni numericamente più consistente, e sempre più consistente è il numero di giovani con genitori di origine straniera nati e cresciuti del tutto, quindi socializzati completamente, in Italia. L’aspetto della socializzazione, e scolarizzazione completa in Italia, porta con sé nuove sfide e nuoviaspetti da affrontare. Per lungo tempo, e ancora oggi, l’attenzione nei confronti dei figli degli immigrati si era e si è concentrata sulla questione scolastica, quindi le scelte, la riuscita e l’integrazione scolastica, inizialmente nel contesto delle scuole elementari e medie, fino ad arrivare in anni più recenti a ricerche sulle scelte universitarie delle seconde generazioni. Negli ultimi anni, inoltre si sta iniziando a porre l’attenzione anche sul passaggio dalla scuola al mondo del lavoro, alle aspettative e speranze in proposito, e all’inserimento e riuscita dei giovani di seconda generazione in quest’ultimo ambito.
Accanto a questo filone di ricerca se ne è poi sviluppato un secondo, altrettanto centrale, relativo alla questione dell’integrazione e della questione identitaria, spesso declinata nell’assunto del “sentirsi italoqualcosa” o “italiani a metà”.
A partire da questi temi, ritenuti a lungo centrali, nel tempo l’attenzione si è spostata anche su altre tematiche, che riguardano la vita quotidiana socialità, le pratiche e
l’utilizzo di spazi per il tempo libero e più recentemente la questione religiosa.
In particolare le forme di socialità sono state analizzate tenendo in considerazione anche la partecipazione dei giovani di origine straniera a gruppi formali e informali, sia in accezione negativa, come ad esempio l’appartenenza a “bande”, sia in accezione positiva, come l’impegno nell’associazionismo, che, in alcune ricerche rimanda anche alla questione della costruzione
dell’appartenenza e della cittadinanza dal basso, attraverso un’azione di lobbying o comunque di presa di posizione in prima persona rispetto al riconoscimento di sé, alla negoziazione della propria appartenenza e identità e alla possibilità di appartenenza nazionale pur in presenza di caratteristiche somatiche e culturali differenti. Centrale quindi è rimasto il tema dell’identità, indagato però non più solo attraverso la domanda “tu come ti senti?
Italiano o …?”, ma scandagliando la questione linguistica, quella religiosa, oltre che la questione dell’appartenenza formale o sostanziale alla patria ancestrale e all’Italia, che comprende anche tutto il dibattito relativo alla cittadinanza e alle nuove forme di sentirsi appartenente a, dove tuttavia un’appartenenza non si affianca all’altra e non la
esclude, ma diventa un continuum, una fusione che rimanda al concetto di identità multipla (Sen 2006).
A latere si è inoltre aperto un filone di studi che analizza un particolare target di giovani di origine straniera, i minori stranieri non accompagnati (MSNA), che richiedono misure di intervento specifiche e che portano con sé caratteristiche, vissuti, problematiche che si distanziano da quelle delle seconde generazioni “classiche”, ma che sul lungo
periodo confluiscono nella popolazione giovanile di origine immigrata. Nelle pagine che seguono presenteremo un quadro degli aspetti qui sommariamente richiamati.
0 thoughts on “Maurizio Ambrosini, Sonia Pozzi, “ITALIANI MA NON TROPPO. Lo stato dell’arte della ricerca sui figli degli immigrati in Italia””